Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6190 del 7 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:6190PEN

Massima

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Il reato di ingiuria sussiste quando l'agente, con espressioni offensive e prive di ogni finalità critica, lede l'onore e il decoro altrui, anche in considerazione del contesto in cui tali espressioni sono state proferite. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'elemento oggettivo e soggettivo del reato, gode di un ampio potere discrezionale nell'apprezzamento delle risultanze probatorie, il cui esito è sindacabile in sede di legittimità solo ove la motivazione risulti manifestamente illogica o carente. Il diritto di critica, pur costituendo un limite all'applicazione del reato di ingiuria, non può giustificare espressioni che, per la loro intrinseca offensività e per il contesto in cui sono state pronunciate, travalicano i confini del legittimo esercizio di tale diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Anton - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del Tribunale di Macerata del 22/09/2011;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dr. SCARDACCIONE Eduardo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza indicata in epigrafe, il Tribunale di Macerata confermava la…

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