Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8401 del 20 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:8401PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria qualità e dei poteri inerenti alla funzione, prospetta esplicitamente al privato il tema dei rapporti tra l'ufficio di cui è responsabile e le esigenze e aspettative di una società, al fine di costringere il privato ad assumere direttamente un soggetto raccomandato, commette il reato di istigazione alla corruzione, e non quello di tentata concussione, in quanto la condotta, valutata ex ante, non determina nel privato un vero e proprio stato di soggezione psicologica, ma piuttosto una semplice pressione psicologica destinata a sollecitare nel destinatario l'opportunità del proprio tornaconto personale in forza di una valutazione comparata di vantaggi e svantaggi. Tuttavia, il reato di istigazione alla corruzione risulta estinto per prescrizione, in quanto il momento consumativo coincide con la data del fatto e la pena prevista è inferiore ai quattro anni di reclusione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1504/2009 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 17/11/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/02/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Aniello che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per prescrizione;

Udito per la parte civile l'Avv. (OMISSIS) rigetto del ricorso;

Ud…

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