Il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) tutela sia l'interesse pubblico alla genuinità e veridicità degli atti, sia l'interesse dei privati sulla cui sfera giuridica l'atto sia destinato a produrre effetti. Pertanto, la persona offesa dal reato, in quanto incisa nella propria sfera giuridica, è legittimata a opporsi alla richiesta di archiviazione e a presentare ricorso avverso il decreto di archiviazione. Il giudice, nel decidere sull'opposizione, deve motivare adeguatamente sia in ordine all'ipotesi di commissione del reato, sia in merito alla pertinenza e rilevanza delle investigazioni suppletive indicate dalla persona offesa, non potendo procedere a una declaratoria di inammissibilità dell'opposizione senza il rispetto delle condizioni previste dall'art. 410 c.p.p. Il decreto di archiviazione pronunciato de plano, senza il rispetto di tali condizioni, deve essere annullato e gli atti trasmessi al giudice per le indagini preliminari per il corso ulteriore.