Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24419 del 25 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:24419PEN

Massima

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Il regime della retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare ex art. 297, comma 3, c.p.p. si distingue a seconda dell'esistenza o meno di una connessione qualificata (concorso formale, continuazione o connessione teleologica) tra i reati oggetto delle diverse ordinanze cautelari. Ove tale connessione sussista, la retrodatazione opera indipendentemente dalla possibilità, al momento dell'emissione della prima ordinanza, di desumere dagli atti l'esistenza dei fatti oggetto delle ordinanze successive e degli elementi idonei a giustificarle. In assenza di connessione qualificata, la retrodatazione opera solo se al momento dell'emissione del primo titolo erano già desumibili dagli atti elementi idonei a giustificare la successiva ordinanza, e ciò a condizione che i procedimenti siano in corso davanti alla stessa autorità giudiziaria e la loro separazione sia frutto di una scelta del P.M. L'onere di allegare e dimostrare l'esistenza della connessione qualificata tra i fatti oggetto dei diversi titoli custodiali grava sull'indagato che ne invoca l'applicazione, pena il rigetto della relativa doglianza. Inoltre, l'atto di ricorso deve essere autosufficiente, contenendo la precisa prospettazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto da sottoporre al sindacato di legittimità della Corte di Cassazione, senza poter rinviare a motivi di gravame non adeguatamente illustrati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

avverso l'ordinanza dell'11.12.09 del Tribunale di Roma, sezione riesame;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in Camera di consiglio la relazione del Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale nella persona della Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore Avv. ((omissis)), quale sostituto dell'Avv. ((omissis)), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

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