Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11817 del 18 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:11817PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare l'istanza di misure alternative alla detenzione presentata da un condannato, deve tenere conto non solo della sussistenza dei presupposti formali previsti dalla legge, ma anche di una valutazione complessiva della personalità e della pericolosità sociale del richiedente, desumibile dai precedenti penali, dalle informazioni di polizia e dalle relazioni degli organi preposti al trattamento penitenziario. Tali elementi, se ritenuti indicativi di una concreta e attuale pericolosità sociale, possono legittimare il diniego delle misure alternative, anche in presenza di un programma terapeutico o di altri requisiti formali, qualora non vi sia una prognosi favorevole in ordine al pericolo di recidiva e al percorso di risocializzazione del condannato. Il giudizio di merito sulla concessione o meno delle misure alternative non può essere sindacato in sede di legittimità, se non per verificare la correttezza dell'iter argomentativo seguito dal giudice di sorveglianza e la sua adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. CANZIO Giovanni - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. MI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 04/06/2008 TRIB. SORVEGLIANZA di CATANIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

lette le conclusioni del P.G. Dr. SALZANO Francesco, che ha richiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO

1. - Il Tribunale di Sorveglianza di Catania, con ordinanza deliberata il 4 giugno 2008, ha rigettato l'istanza …

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