Cassazione penale Sez. II sentenza n. 39553 del 29 settembre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:39553PEN

Massima

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Il dolo nel reato di danneggiamento può essere desunto da elementi oggettivi, come la partecipazione a chat in cui si vantano azioni di danneggiamento, oltre alle dichiarazioni di testimoni, senza che sia necessaria un'esplicita ammissione dell'imputato. L'aggravante della esposizione alla pubblica fede nel danneggiamento di un edificio pubblico può essere configurata anche in assenza di una vigilanza permanente, in quanto tali strutture sono inevitabilmente affidate al senso di responsabilità dei consociati. La continuazione tra reati richiede la valutazione congiunta di diversi parametri, quali la distanza temporale, la distanza geografica e la diversità delle modalità realizzative, senza che la sola distanza temporale superiore all'anno sia sufficiente a escluderla. Il giudizio di esclusione delle circostanze attenuanti generiche può invece legittimamente valorizzare la contiguità temporale tra i reati come indice di inclinazione alla trasgressione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. FLORIT France - rel. Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/10/2022 della CORTE di AIPP.SEZ.MINORENNI di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCO FLORIT;
letta la memoria del Sostituto Procuratore ALESSANDRO CIMMINO che ha concluso chiedendo;
l'inammissibilita' del ricorso;
Ricorso trattato con contraddittorio scritto ai sensi del Decreto Legge n. n. 137 del 2020, articolo 23 comma 8.
RITENUTO IN FATTO

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