Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25866 del 25 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25866PEN

Massima

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Il pronunciamento di frasi offensive e l'imbrattamento intenzionale della vittima, anche se motivati da futili ragioni, integrano il reato di ingiuria, essendo sufficiente la prova della condotta lesiva dell'onore e del decoro altrui, senza che sia necessario accertare l'effettiva volontà di offendere o il concreto pregiudizio subito dalla persona offesa. Il giudice di merito, nel valutare la prova, gode di ampia discrezionalità nell'apprezzamento della credibilità delle testimonianze e delle circostanze di fatto, purché la motivazione sia logica e coerente con gli elementi acquisiti, senza che assumano rilievo decisivo eventuali discordanze o lacune marginali, inidonee a inficiare la ricostruzione complessiva dell'accaduto. L'omesso esame di specifiche argomentazioni difensive non determina l'invalidità della sentenza, se il ragionamento giuridico risulta comunque adeguatamente sviluppato e le conclusioni appaiono sorrette da una motivazione congrua e immune da vizi logici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 27/09/2006 TRIBUNALE di PISTOLA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

BO.Ma. impugna per cassazione la sentenzia…

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