Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dal Comune di Santa Maria a Vico avverso gli atti della Regione Campania relativi all'individuazione e delimitazione di un nuovo comparto estrattivo di materiale calcareo nel territorio del Comune di Durazzano, ha rilevato l'inammissibilità del ricorso per carenza di interesse ad agire. Il processo amministrativo, in quanto giurisdizione soggettiva e non di diritto oggettivo, richiede la titolarità di una posizione giuridica soggettiva differenziata rispetto alla generalità dei consociati e l'attualità e concretezza del pregiudizio derivante dall'atto impugnato. Nel caso di specie, il Comune ricorrente ha prospettato solo una lesione futura ed eventuale, connessa alla prossimità del nuovo comparto estrattivo al proprio territorio e alla sovrapposizione con un parco urbano intercomunale ancora in fase di istituzione, senza dimostrare un pregiudizio attuale e diretto alla propria sfera giuridica. Pertanto, in assenza dei presupposti di legittimazione ad agire, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La sentenza ribadisce il principio secondo cui, nel processo amministrativo, la possibilità di agire in giudizio è riconosciuta solo a colui che vanti un interesse personale qualificato e differenziato rispetto alla generalità dei consociati, nonché un pregiudizio concreto ed attuale derivante dall'atto impugnato, in conformità al canone di cui all'art. 100 c.p.c. applicabile anche al processo amministrativo.