Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10649 del 10 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10649PEN

Massima

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Il custode di beni sottoposti a sequestro penale, che ne consenta la circolazione e il deterioramento a vantaggio del proprietario, risponde del reato di cui all'art. 334 c.p. per non aver adempiuto all'obbligo di sorveglianza e impedimento della sottrazione dei beni, ai sensi dell'art. 40 c.p. Tale responsabilità sussiste anche in assenza di una prova diretta dell'elemento psicologico del reato, essendo sufficiente la mancata adozione delle misure necessarie a impedire l'evento, in ragione della posizione di garanzia rivestita dal custode. La riapertura dell'istruttoria dibattimentale per l'audizione di un teste che avrebbe potuto riferire sulla condotta del proprietario è ritenuta superflua, in quanto l'elemento soggettivo del reato è integrato dalla sola condotta omissiva del custode, a prescindere dalle eventuali pressioni o disposizioni provenienti dal proprietario. La sentenza di condanna del custode è pertanto confermata, in quanto la motivazione risulta pienamente conforme ai principi di diritto in materia di responsabilità per omessa custodia di beni sottoposti a sequestro penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. ((omissis)) - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

De. Co. Gi. Al., n. a (OMESSO);

nei confronti della sentenza in data 3 marzo 2008 della Corte d'appello di Lecce;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il Procuratore Generale nella persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con la sentenza sopra indicata la Corte d'appello di Lecce,…

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