Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39313 del 18 ottobre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:39313PEN

Massima

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Il concorso nel reato di detenzione di sostanza stupefacente si configura non solo quando il soggetto abbia una partecipazione attiva e consapevole alla detenzione, ma anche quando, pur non essendo il diretto detentore, compia atti finalizzati ad agevolare o rafforzare il proposito criminoso del concorrente, come il tentativo di occultare o disfarsi della droga al momento della perquisizione. In tali casi, la condotta di agevolazione si risolve inevitabilmente in una forma di concorso nel reato, non potendo essere ricondotta alla fattispecie del favoreggiamento personale, atteso che nei reati permanenti qualunque aiuto prestato al colpevole, prima che la condotta di questi sia cessata, integra un concorso, quanto meno a carattere morale. Il diverso trattamento sanzionatorio riservato a coimputati, anche se correi, non implica un vizio di motivazione della sentenza, salvo che il giudizio di merito sul diverso trattamento di situazioni prospettate come identiche sia sostenuto da argomentazioni irragionevoli o paradossali, essendo la valutazione in ordine alla pena un percorso argomentativo e di giudizio del tutto autonomo ed insuscettibile di produrre effetti al di fuori del singolo giudizio in cui viene reso. Analogamente, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, se adeguatamente motivato, è insindacabile in sede di legittimità, trattandosi di una valutazione di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. ((omissis)) - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposta da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 4/4/2022 dalla Corte di appello di Messina;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione del consigliere Dr. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Messina, in parziale riforma della sentenza di primo grado, rideterminava la pena inflitta ad …

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