Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nell'appalto di opere pubbliche, l'appaltatore che abbia eseguito variazioni introdotte per iniziativa unilaterale, senza la preventiva autorizzazione o approvazione dell'amministrazione committente, non ha diritto ad alcun compenso aggiuntivo o indennità, neppure a titolo di indebito arricchimento della pubblica amministrazione. Ciò in quanto, ai sensi della Legge n. 2248 del 1865, allegato F, articolo 342, comma 2, le variazioni non autorizzate non danno luogo a diritti di sorta in capo all'appaltatore. Tale principio trova applicazione anche nel caso in cui il direttore dei lavori, pur essendo l'unico ufficiale responsabile che opera per conto dell'amministrazione, non abbia autorizzato i lavori aggiuntivi, ma anzi ne abbia ordinato la sospensione in attesa di approvazione della perizia di variante. In tali ipotesi, trattandosi di lavori eseguiti per iniziativa unilaterale dell'appaltatore, non è configurabile alcun diritto dell'impresa ad ottenere un indennizzo o un compenso, neppure a titolo di arricchimento senza causa della pubblica amministrazione.