La falsificazione non grossolana di una patente di guida rilasciata da uno Stato estero può costituire reato ai sensi degli articoli 477 e 482 del codice penale, anche qualora non sussistano le condizioni di validità ai fini della conduzione di un veicolo in Italia previste dagli articoli 135 e 136 del Codice della Strada, in quanto la patente di guida straniera ha una sua intrinseca valenza probatoria a prescindere dal suo abbinamento con gli altri requisiti richiesti dalla legge. Tuttavia, l'onere di provare il presupposto di fatto che, secondo un diverso orientamento giurisprudenziale, porterebbe all'insussistenza del delitto, ovvero la residenza in Italia da oltre un anno, grava sull'imputato, il quale deve allegare idonei elementi di prova a sostegno di tale circostanza. In mancanza di tale allegazione, il ricorso risulta privo del requisito della specificità e, pertanto, dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.