Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6235 del 7 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:6235PEN

Massima

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Il reato di minaccia è un reato di pericolo che non richiede la concreta intimidazione della persona offesa, essendo sufficiente la comprovata idoneità della condotta all'effetto intimidatorio. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di minaccia, non rileva l'effettiva impressione suscitata nella vittima, né la sua capacità di ricordare i dettagli dell'arma utilizzata, essendo invece necessario e sufficiente accertare l'oggettiva idoneità della condotta minacciosa a suscitare timore nell'animo della persona offesa. La valutazione della congruità della pena irrogata, in relazione all'entità del fatto e alla personalità dell'imputato, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui apprezzamento è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogico o privo di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. DE BERNARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO M. - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di L'Aquila del 12/04/2012;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. POLICASTRO Aldo che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte d'appello di L'…

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