Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 27171 del 13 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:27171PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. si configura quando siano compiuti più atti, anche non necessariamente delittuosi, di natura vessatoria e umiliante, tali da determinare sofferenze fisiche o morali nella persona offesa, compromettendone l'integrità, la dignità e la libertà di autodeterminazione, in un contesto di sopraffazione e prevaricazione, anche in assenza di una sistematicità di condotte violente. A tal fine, rilevano non solo gli episodi più gravi, ma anche le forme di quotidiana umiliazione e coercizione che minano l'identità della vittima, indipendentemente dalla loro qualificazione formale come "discussioni" o "alterchi". Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'abitualità del reato, deve tenere conto dell'intero quadro probatorio, senza limitarsi a singoli elementi, ma esaminando in modo complessivo e coerente le risultanze istruttorie, comprese le dichiarazioni della persona offesa ritenute attendibili e credibili. Nell'ipotesi in cui siano riconosciute sia l'aggravante di cui all'art. 61, n. 5, c.p. che circostanze attenuanti generiche, il giudice è tenuto a motivare adeguatamente sulla prevalenza dell'una o delle altre, effettuando un giudizio di bilanciamento, al fine di determinare correttamente la pena da irrogare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RICCIARELLI M. - Presidente

Dott. GIORDANO E. - Consigliere

Dott. APRILE E. - Consigliere

Dott. COSTANTINI A. - Consigliere

Dott. DI NICOLA TRAVAGLINI P. rel. Consiglie - N. 10292/2022

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/04/2021 della Corte di appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dalla Consigliera Dr. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio in ordine al trattamento sanzionatorio, con declaratoria di inammissibilita' nel resto.
RITENUTO IN FATTO

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