Il Comune, in qualità di ente pubblico, può esercitare il potere di autotutela possessoria per ripristinare lo stato di fatto preesistente, qualora accerti che opere edilizie siano state realizzate su area di proprietà comunale. Tale potere, finalizzato a reintegrare la collettività nel godimento di un bene pubblico, può essere esercitato anche in via amministrativa, attraverso l'emanazione di un provvedimento di rimozione delle opere, il cui sindacato giurisdizionale è limitato alla verifica della legittimità dell'esercizio di tale potere, senza che il giudice possa accertare in via definitiva la proprietà dell'area contestata. Pertanto, il provvedimento comunale di rimozione di opere edilizie realizzate su suolo pubblico è legittimo qualora risulti adeguatamente supportato da un'istruttoria che accerti la natura pubblica dell'area, anche in contraddittorio con il privato interessato, senza che assumano rilievo eventuali contestazioni del privato circa la proprietà dell'area, in quanto tale accertamento esula dai limiti del sindacato giurisdizionale. Il potere di autotutela possessoria costituisce l'espressione di un potere generale desumibile dagli articoli 823 e 825 del codice civile, che l'ente pubblico può esercitare nell'ipotesi di turbative che impediscano o rendano disagevole il normale esercizio del diritto di proprietà pubblica.