Il giudice di legittimità, nell'annullare senza rinvio la sentenza di appello in relazione al reato di ingiuria in quanto depenalizzato e al reato di lesioni in quanto estinto per prescrizione, afferma il principio secondo cui: La valutazione della prova da parte del giudice di merito, fondata sull'esame complessivo degli elementi acquisiti nel contraddittorio dibattimentale, non può essere sindacata in sede di legittimità sulla base di meri profili di inattendibilità delle fonti dichiarative, ove risultino comunque acquisiti altri riscontri probatori, come nel caso di documentazione medica e testimonianze, che confermino la ricostruzione fattuale operata dal giudice di appello. Pertanto, le censure difensive relative alla supposta inattendibilità delle persone offese, in ragione del loro coinvolgimento in un procedimento connesso, non possono essere accolte ove il giudice di merito abbia adeguatamente motivato in ordine alla complessiva valutazione probatoria, non risultando tali elementi di per sé idonei a inficiare la validità della pronuncia impugnata. Inoltre, l'applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, di cui all'art. 131-bis c.p., presuppone la verifica della effettiva lieve entità del fatto, non ravvisabile nel caso di lesioni con prognosi superiore ai 40 giorni, come accertato nella specie.