Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20804 del 14 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:20804PEN

Massima

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Il reato di sostituzione di persona di cui all'art. 494 c.p. si configura anche quando l'agente crei ed utilizzi un account e una casella di posta elettronica ovvero si iscriva a un sito internet servendosi dei dati anagrafici di un diverso soggetto, inconsapevole, al fine di arrecargli danno, indipendentemente dall'effettiva induzione in errore dei destinatari della condotta. La fattispecie incriminatrice di cui all'art. 494 c.p. non è stata tacitamente abrogata dalla successiva disciplina dei reati informatici introdotta dalla L. n. 547 del 1993, la quale si è limitata a colmare alcune lacune dell'ordinamento senza intendere disciplinare in modo sistematico l'intera materia del crimine informatico, sicché le disposizioni già contenute nel codice penale continuano ad applicarsi anche ai fatti commessi mediante l'utilizzo di strumenti o sistemi informatici. Pertanto, la condotta di sostituzione di persona realizzata attraverso l'utilizzo fraudolento di un account e-mail o di un sito internet intestati ad altro soggetto, al fine di arrecargli danno, integra il reato di cui all'art. 494 c.p., a prescindere dall'effettiva induzione in errore dei destinatari e dalla sussistenza del danno derivante dal reato di diffamazione, essendo sufficiente l'offesa al bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice, rappresentato dall'affidamento della collettività nell'identità personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta Mar - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/07/2018 della Corte di Appello di Milano;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Michele Romano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Spinaci Sante, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe la Corte di Appello di Milano ha parzialmente riformato la sentenza del 5 giugno 2…

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