Il Tribunale Amministrativo Regionale, nel respingere il ricorso proposto dalla società Pubbliesse Studio S.r.l. contro il Comune di Brescia per l'annullamento del diniego all'installazione di un impianto pubblicitario, ha affermato il seguente principio di diritto: La parete sulla quale si intende installare un impianto pubblicitario non può essere considerata "cieca" ai fini dell'applicazione della deroga prevista dall'art. 26.1, comma 5, del Piano Generale degli Impianti Pubblicitari (PGIP), qualora sulla stessa sia presente una finestra di ampia dimensione, anche se posizionata in una lieve rientranza, in quanto tale elemento architettonico non è idoneo a individuare e delimitare uno spazio autonomo percepibile come tale. Pertanto, il mancato rispetto dei limiti dimensionali previsti per le pareti non cieche costituisce un valido motivo ostativo al rilascio dell'autorizzazione richiesta. Il termine di 60 giorni previsto per la conclusione del procedimento amministrativo non ha carattere perentorio, per cui il suo mancato rispetto non determina l'illegittimità del provvedimento finale, ferma restando la possibilità per l'interessato di agire ai sensi degli artt. 31 e 117 del Codice del Processo Amministrativo. Inoltre, l'Amministrazione non è tenuta a una puntuale motivazione in ordine al rigetto delle memorie difensive presentate dall'interessato a seguito del preavviso di diniego, qualora le ragioni ostative all'accoglimento della domanda siano già chiaramente esplicitate nel provvedimento finale. Infine, la mera circostanza che sul territorio comunale siano presenti altri impianti pubblicitari installati su pareti con caratteristiche analoghe a quella oggetto del provvedimento impugnato non è sufficiente a configurare una disparità di trattamento, in assenza di una effettiva comparabilità delle situazioni.