Il provvedimento di demolizione di opere edilizie realizzate in totale difformità o con variazioni essenziali rispetto al titolo abilitativo, ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, diviene temporaneamente improduttivo di effetti qualora il proprietario presenti istanza di accertamento di conformità ai sensi dell'art. 36 del medesimo decreto. Tuttavia, in assenza di provvedimento espresso sul suddetto accertamento di conformità entro il termine di 60 giorni, la relativa istanza si intende respinta, con conseguente riespansione dell'efficacia del provvedimento demolitorio, che può essere nuovamente impugnato. La mancata impugnazione del silenzio-rigetto sull'istanza di accertamento di conformità comporta il consolidamento dell'ingiunzione demolitoria, che riprende piena efficacia. Inoltre, la puntuale individuazione dell'area di sedime da acquisire al patrimonio comunale non rileva ai fini della legittimità dell'ordine di demolizione, ma solo per il successivo provvedimento acquisitivo, mentre la possibilità di applicare la c.d. "fiscalizzazione dell'abuso" ex art. 34, comma 2, D.P.R. n. 380/2001 costituisce una questione da far valere nella fase esecutiva dell'ordine demolitorio.