Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16454 del 27 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:16454PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione di potere, induce indebitamente il privato a consegnare una somma di denaro, paventando il mancato riconoscimento di un beneficio economico cui il privato ha diritto, commette il reato di concussione. Tale condotta è punibile anche quando il pubblico ufficiale non appartenga al settore amministrativo competente per il beneficio in questione, purché abbia comunque la possibilità di influenzarne l'erogazione. La credibilità della persona offesa non è necessariamente legata alla conoscenza specifica delle funzioni svolte dal pubblico ufficiale, essendo sufficiente che il privato abbia percepito la concreta possibilità di subire un pregiudizio in caso di mancata consegna del denaro richiesto. Inoltre, le dichiarazioni della persona offesa, se coerenti e plausibili, possono essere ritenute attendibili anche in assenza di una perizia fonografica che confermi l'attribuzione delle richieste di denaro al pubblico ufficiale, qualora vi siano altri elementi di riscontro, come il riconoscimento vocale da parte degli inquirenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio - Presidente

Dott. AGRO' Antonio - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ve. Pa. ;

avverso la sentenza del 4 febbraio 2009 della Corte di Appello di Catanzaro;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis)) Fazio;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza impugnata, i…

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