Il reato di sequestro di persona si configura anche quando la condotta dell'imputato, pur non implicando l'assoluta costrizione della libertà di movimento della vittima, lasci residuare una possibilità di fuga attuabile soltanto con iniziative imprudenti, comportamenti elusivi della vigilanza e comunque con mezzi artificiosi la cui adozione sia scoraggiata dal timore di ulteriori pericoli e danni alla persona. È sufficiente l'impossibilità della vittima di recuperare la propria libertà di movimento anche relativa sotto il profilo spaziale o temporale, a condizione che sia giuridicamente apprezzabile. Il reato è pertanto integrato dalla condotta di chi costringa con la forza taluno a salire su un'autovettura, trattenendolo a bordo contro la sua volontà per un apprezzabile lasso di tempo, anche se "breve". La valutazione della prova, anche in presenza di dichiarazioni contrastanti, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale è tenuto a motivare in modo logico e coerente le ragioni del proprio convincimento, senza incorrere in vizi di travisamento della prova. La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena deve essere adeguatamente motivata, con riferimento agli specifici elementi di fatto sottoposti all'esame del giudice.