Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31127 del 28 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:31127PEN

Massima

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Il rifiuto di esibire i documenti di identità, pur essendo condotta costituente il reato di cui all'art. 651 c.p., non integra il reato di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p. qualora la minaccia sia stata proferita successivamente e non sia stata finalizzata direttamente a impedire l'atto d'ufficio che i pubblici ufficiali si accingevano a compiere. In tal caso, la minaccia configura il reato di cui all'art. 612 c.p. (minaccia), essendo sufficiente che la condotta sia idonea a incutere timore nell'animo del pubblico ufficiale, senza che sia necessario l'effettivo impedimento dell'attività istituzionale. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, può fare affidamento sulla ricostruzione dei fatti contenuta nel rapporto redatto dai pubblici ufficiali intervenuti, salvo che non emergano evidenti contraddizioni o incongruenze. In sede di legittimità, il sindacato del giudice di Cassazione è limitato alla sola verifica della correttezza dell'applicazione delle norme di diritto, senza possibilità di riesame del merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DE BERNARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE D'APPELLO di ROMA;

nei confronti di:

1) EU. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 20/11/2008 TRIBUNALE di RIETI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. SCALERA VITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che c…

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