Il diniego di sanatoria edilizia ex art. 36 del D.P.R. n. 380/2001 è legittimo quando l'immobile oggetto di istanza di accertamento di conformità presenta un incremento volumetrico e di superficie rispetto alla costruzione originaria, realizzato in assenza di titolo abilitativo successivamente all'entrata in vigore della Legge n. 765/1967, in contrasto con la disciplina urbanistica vigente che vieta tali interventi. L'Amministrazione può rifiutare la sanatoria anche quando l'immobile risulta gravato da un ordine di demolizione non ottemperato, ovvero quando sia ubicato in zona sottoposta a vincoli paesaggistici o di rispetto dei corsi d'acqua, incompatibili con la realizzazione dell'opera. Incombe sul privato l'onere di provare l'anteriorità della costruzione originaria rispetto all'entrata in vigore della normativa vincolistica, mediante idonei elementi di prova, non essendo sufficienti le sole dichiarazioni sostitutive. Il provvedimento di diniego, motivato in modo esaustivo su tali profili, non è viziato da difetti istruttori o da eccesso di potere, neppure quando il Tribunale abbia in precedenza annullato un provvedimento di rigetto per vizi meramente formali, non preclusivi di un nuovo esame della questione nel merito.