Cassazione penale Sez. I sentenza n. 14672 del 28 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:14672PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve considerare la gravità del reato commesso, il comportamento tenuto dal condannato durante l'esecuzione della pena e la sua capacità di revisione critica della propria condotta, al fine di accertare l'idoneità delle misure a contenere le spinte criminogene e a favorire il suo reinserimento sociale. Anche in presenza di condotte riparative e di un comportamento corretto in carcere, il giudice può legittimamente escludere la concessione di misure alternative qualora ritenga che le stesse non siano sufficienti a neutralizzare il pericolo di recidiva, in ragione della gravità del reato commesso e della mancata revisione critica della condotta da parte del condannato. Tuttavia, tale valutazione deve essere adeguatamente motivata, tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti del caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1184/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di BRESCIA, del 09/04/2013;

sentita lallazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;

lette le conclusioni del PG Dott. LETTIERI Nicola che ha chiesto dichiararsi la inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Sorveglianza di Brescia, con ordinanza del 9/4/2013, rigettava le istanze di affidamento in prova al servizio sociale, semiliberta&#…

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