Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13965 del 31 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13965PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione aggravata ai sensi della legge n. 203 del 1991, art. 7, si configura quando soggetti legati a un sodalizio mafioso, sfruttando il contesto di assoggettamento e intimidazione ambientale, avanzano una richiesta di denaro priva di lecita causale, accompagnata da riferimenti espliciti a conseguenze dannose in caso di rifiuto, anche se la minaccia è formulata successivamente al rifiuto della vittima, purché la condotta complessiva sia idonea a incutere timore e la richiesta sia percepita dalla vittima come intimidatoria, a prescindere dall'effettiva intimidazione subita e dalla reiterazione di ulteriori minacce. Il concorso nel reato sussiste anche per il soggetto che, pur non proferendo direttamente le minacce, accompagna l'altro concorrente e rafforza con la sua presenza il carattere intimidatorio della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SILVESTRI Giovanni - Consigliere

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BA. AN. N. IL (OMESSO);

2) PA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 09/05/2008 di REGGIO CALABRIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SIOTTO ((omissis))A;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'AMBROSIO Vito, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito i difensori Avv.t…

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