Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La Corte di Cassazione, in applicazione degli articoli 366 c.p.c., comma 1, n. 4, 366-bis c.p.c. e 375 c.p.c., comma 1, n. 5, dichiara inammissibile il ricorso per cassazione che non contenga, a pena di inammissibilità, il quesito di diritto specifico e riferibile alla fattispecie concreta, formulato in modo risolutivo del punto controverso della sentenza impugnata, nonché la chiara indicazione delle ragioni del vizio di motivazione denunciato, con la sintetica e riassuntiva indicazione del fatto controverso, degli elementi di prova la cui valutazione avrebbe dovuto condurre a diversa decisione e degli argomenti logici per i quali tale diversa valutazione sarebbe stata necessaria. L'omissione di tali requisiti formali, introdotti dal d.lgs. n. 40/2006, comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, a prescindere dalla fondatezza dei motivi, in quanto finalizzati a consentire l'immediata individuazione delle questioni di diritto effettivamente sottoposte al giudice di legittimità e a precludere l'attività esegetica della Corte, non consentita in presenza di formulazioni carenti di autosufficienza.