Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13449 del 9 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:13449PEN

Massima

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Il possesso di un bene di provenienza delittuosa, unito alla mancata indicazione da parte dell'imputato delle modalità di ricezione del medesimo, costituisce prova sufficiente dell'elemento soggettivo del reato di ricettazione, in quanto tale omissione è logicamente spiegabile con un acquisto in mala fede, rivelatore della volontà di occultamento. L'onere di allegare la buona fede nell'acquisto grava sull'imputato, il quale deve fornire una spiegazione circostanziata e verificabile circa la provenienza del bene. Il giudice, nel valutare la concessione delle attenuanti generiche, non è tenuto a motivare analiticamente l'insussistenza di elementi favorevoli all'imputato, essendo sufficiente l'indicazione di plausibili ragioni a sostegno del rigetto della relativa richiesta, senza che ciò comporti l'obbligo di contestare o invalidare gli elementi posti a fondamento della stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Ga. Pi. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Catania, sezione 1^ penale, in data 9.12.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. DAVIGO Piercamillo;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. DI CASOLA Carlo, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

Osserva:

MOTIVI DELLA DECISIONE

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