Il diritto di sepolcro (ius sepulchri) costituisce un diritto reale affievolito nei confronti della pubblica amministrazione concedente, in quanto la concessione cimiteriale, pur attribuendo al privato concessionario ampi poteri di godimento del bene, è soggetta ai poteri regolativi e conformativi di stampo pubblicistico della P.A. La posizione giuridica del concessionario, pertanto, pur essendo tutelata nei rapporti interprivati come un diritto reale assoluto, è cedevole di fronte alle successive determinazioni del concedente, in quanto trova fonte prevalente nel provvedimento concessorio. Conseguentemente, la P.A. può legittimamente revocare o dichiarare la decadenza dalla concessione cimiteriale, anche in presenza di una normativa sopravvenuta che disciplini in modo diverso le modalità di esercizio dello ius sepulchri, senza che ciò comporti una violazione del principio di irretroattività della legge, trattandosi di una posizione di interesse legittimo e non di un diritto soggettivo perfetto. In particolare, il Regolamento di Polizia Mortuaria del Comune, nel vietare qualsiasi cessione diretta tra privati del diritto di concessione cimiteriale, costituisce una legittima manifestazione del potere regolamentare della P.A. di conformare l'esercizio del diritto di sepolcro, anche con riferimento a concessioni rilasciate anteriormente alla sua entrata in vigore, salvo il rispetto del legittimo affidamento del concessionario. Pertanto, la P.A. può legittimamente dichiarare la decadenza dalla concessione cimiteriale in caso di cessione del diritto di sepolcro in violazione del divieto regolamentare, senza che ciò comporti una violazione dei principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, né un eccesso di potere.