Il porto di armi od oggetti atti ad offendere, senza giustificato motivo, integra il reato di cui all'art. 4, comma 2, della L. n. 110/1975, a prescindere dalla natura del coltello sequestrato (a serramanico o meno), essendo sufficiente che l'imputato non abbia fornito alcuna giustificazione in ordine al porto dell'arma. Inoltre, il possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli da parte di soggetto condannato per delitti determinati da motivo di lucro, ai sensi dell'art. 707 c.p., sussiste qualora l'imputato non sia in grado di giustificare la destinazione di tali strumenti, non essendo necessaria alcuna inversione dell'onere della prova. Infine, la particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. non può essere riconosciuta quando il reato è connotato da una certa gravità, come nel caso di pluralità di coltelli portati dall'imputato e di precedenti penali a suo carico, elementi che rendono evidente la valutazione negativa dei giudici in ordine all'applicazione di tale istituto.