Cassazione penale Sez. II sentenza n. 47190 del 11 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:47190PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La decorrenza del termine prescrizionale per i reati in continuazione, soggetti alla disciplina dell'art. 158 c.p. nella formulazione anteriore alla modifica introdotta dalla Legge n. 251 del 2005, deve farsi coincidere con la cessazione della continuazione stessa, anche quando l'esistenza del vincolo di continuazione sia stata riconosciuta solo all'esito del giudizio. Tale disciplina transitoria, che prevede l'applicazione dei più brevi termini di prescrizione introdotti dalla riforma solo ai processi pendenti dopo la dichiarazione di apertura del dibattimento, non è costituzionalmente illegittima, in quanto realizza un ragionevole bilanciamento tra le esigenze processuali e lo spirito complessivo della riforma, differenziando in modo obiettivo la posizione degli imputati in base a un fattore rilevante nello sviluppo processuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI Secondo L. - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PGPM;

nei confronti di:

1) RA. PA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 73/2005 CORTE APPELLO di BARI, depositata il 26/04/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/09/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE CRESCIENZO UGO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALATI GIOVANNI che ha concluso la dichiarazione di annullamento…

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