Il provvedimento di autorizzazione paesaggistica, anche se adottato con procedimento semplificato per interventi di lieve entità, costituisce un provvedimento complesso che richiede il concorso di volontà del Comune e del Ministero dei beni e delle attività culturali (ora Ministero della Cultura), sicché l'impugnazione di tale provvedimento deve essere notificata a entrambe le amministrazioni emananti, a pena di inammissibilità del ricorso. Ciò in quanto, con l'entrata in vigore dell'art. 146 del D.Lgs. n. 42/2004, la Soprintendenza non esercita più un mero sindacato di legittimità sull'atto autorizzatorio adottato dalla Regione o dall'ente subdelegato, bensì una vera e propria valutazione di merito amministrativo, espressione dei nuovi poteri di cogestione del vincolo paesaggistico. Pertanto, anche nel caso di autorizzazione paesaggistica semplificata per interventi di lieve entità, ai sensi dell'art. 146, comma 9, del D.Lgs. n. 42/2004 e dell'art. 11, comma 5, del D.P.R. n. 31/2017, è necessario il necessario apporto procedimentale della Soprintendenza, sicché l'impugnazione di tale provvedimento deve essere notificata anche al Ministero dei beni e delle attività culturali (ora Ministero della Cultura), a pena di inammissibilità del ricorso. Inoltre, le censure di carattere civilistico, relative all'edificio e al decoro architettonico delle parti comuni, sono del tutto estranee all'interesse pubblico paesaggistico tutelato dal vincolo, che riguarda invece l'area e il territorio circostante.