Il ricorso per cassazione proposto personalmente dal condannato, senza l'assistenza di un difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di cassazione, è inammissibile ai sensi dell'articolo 571, comma 1, e dell'articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificati dalla legge n. 103 del 2017. Tale inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la sua colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, anche al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, determinata in misura congrua dal giudice. Il principio di diritto affermato mira a garantire il rispetto delle norme processuali che richiedono l'assistenza di un difensore specializzato per l'impugnazione in Cassazione, al fine di assicurare la corretta e uniforme applicazione della legge e tutelare il diritto di difesa del condannato. Tale requisito formale non può essere derogato, neppure in presenza di situazioni di particolare difficoltà del ricorrente, poiché la legge non prevede eccezioni a tale obbligo di rappresentanza tecnica. La massima, pertanto, esprime il principio di tassatività delle forme processuali e di inderogabilità dell'obbligo di difesa tecnica nel giudizio di legittimità, a garanzia del corretto svolgimento del procedimento e della parità delle parti.