Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27477 del 10 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:27477PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato si configura quando le condotte dei correi, pur nella diversità dei rispettivi contributi, risultino integrate in un unico obiettivo criminoso, essendo sufficiente che ciascun agente abbia conoscenza, anche unilaterale, del contributo recato alla condotta altrui. A tal fine, il contributo concorsuale assume rilevanza non solo quando abbia efficacia causale, ponendosi come condizione dell'evento lesivo, ma anche quando assuma la forma di un contributo agevolatore, rafforzando il proposito criminoso o agevolando l'opera degli altri concorrenti. Pertanto, ai fini della configurabilità del concorso di persone nel reato, non è necessario il previo accordo, essendo sufficiente un'intesa spontanea intervenuta nel corso dell'azione criminosa che si traduca in un supporto, pur estemporaneo, ma causalmente efficiente alla realizzazione dell'altrui proposito criminoso. Inoltre, le circostanze aggravanti di natura oggettiva, come l'uso di armi improprie, si estendono ai concorrenti per i quali sia configurabile il coefficiente soggettivo previsto dall'art. 59, comma 2, c.p., non essendo necessaria la conoscenza effettiva della circostanza, ma essendo sufficiente la sua prevedibilità. Infine, ai fini del riconoscimento dell'attenuante della partecipazione di minima importanza, il contributo del concorrente deve essere così lieve da risultare trascurabile nell'economia generale dell'iter criminoso, non essendo sufficiente una mera comparazione tra i ruoli dei correi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. BELMONTE Maria Teresa - Consigliere - Relatore

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

Dott. AGNINO Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Mo.Ma. nato a F il (Omissis)
avverso la sentenza del 05/12/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MARIA TERESA BELMONTE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore PASQUALE SERRAO D'AQUINO
che ha concluso chiedendo l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Bologna ha confermato la decisione del Tribunale di Forlì, che, nel …

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