La stazione appaltante, nell'ambito della propria discrezionalità amministrativa, può revocare la procedura di gara anche in presenza di una sola offerta valida, qualora ritenga che tale offerta non sia idonea a soddisfare adeguatamente l'interesse pubblico sotteso all'affidamento del servizio. Tale facoltà di revoca, prevista dalla lex specialis di gara e dall'art. 95, comma 12, del D.lgs. n. 50/2016, non implica necessariamente l'accertamento di illegittimità della procedura, ma può essere esercitata sulla base di valutazioni di opportunità e convenienza, purché sorrette da adeguata motivazione e non risultino manifestamente illogiche, irragionevoli o fondate su erronei presupposti di fatto. La revoca della procedura di gara, in tal caso, non lede il legittimo affidamento dei concorrenti, in quanto la procedura non si è ancora conclusa con l'aggiudicazione definitiva, e l'amministrazione rimane libera di intervenire sugli atti di gara con manifestazioni di volontà di segno opposto a quello precedentemente manifestato, senza dover sottostare alle forme proprie dell'autotutela decisoria.