Il mancato rispetto di un provvedimento amministrativo definitivo, che abbia accertato l'illegittimità di un atto o di un comportamento della pubblica amministrazione, comporta l'obbligo di risarcire il danno subito dal privato, anche qualora la domanda risarcitoria sia proposta oltre il termine di decadenza di 120 giorni previsto per le azioni di impugnazione, in quanto trova applicazione il termine ordinario di prescrizione quinquennale. In tali casi, il giudice amministrativo, accertata la sussistenza del danno, della sua imputabilità alla pubblica amministrazione e del nesso causale, può condannare quest'ultima a proporre un'offerta risarcitoria equitativamente commisurata al 50% dei compensi corrisposti al controinteressato per il periodo di prestazione del servizio, in considerazione del fatto che il beneficiario del risarcimento avrebbe potuto impiegare le proprie energie in altre attività lavorative e non. Le spese del processo seguono la soccombenza e sono poste a carico della pubblica amministrazione.