Il provvedimento amministrativo di rigetto della domanda di conversione del permesso di soggiorno per motivi umanitari in permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato è illegittimo qualora l'autorità competente non abbia effettuato una adeguata valutazione della concreta situazione affettiva e familiare dello straniero, considerando non solo l'eventuale convivenza con il coniuge e i figli, ma anche ogni altro elemento rilevante ai fini della tutela della vita privata e familiare, come le frequenti e quotidiane interazioni e il legame affettivo dimostrato, ai sensi dell'art. 5, comma 5, del d.lgs. n. 286/1998. L'amministrazione è tenuta a riesaminare la domanda, bilanciando l'interesse pubblico alla sicurezza con l'interesse individuale alla tutela della vita familiare, in conformità ai principi espressi nella presente sentenza.