Cassazione penale Sez. III sentenza n. 28054 del 9 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:28054PEN

Massima

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La procedibilità d'ufficio per i reati di abuso sessuale commessi da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio non presuppone l'abuso durante l'espletamento delle funzioni in senso strettamente tecnico-specialistico, ma è sufficiente che l'agente si avvalga, per commettere gli atti sessuali, di condizioni obiettive dovute alla sua qualità, come il rapporto di autorità, controllo o dipendenza nei confronti della persona offesa. Pertanto, la procedibilità d'ufficio ex art. 609-septies, comma 4, n. 3, c.p. si applica anche quando l'incaricato di pubblico servizio, pur non abusando direttamente delle sue funzioni, si avvalga della sua posizione gerarchicamente sovraordinata e dei poteri di controllo esercitati sulla vittima per costringerla a subire atti sessuali, a prescindere dalla presentazione della querela da parte della persona offesa, in ragione dell'influenza, del vincolo e del condizionamento che possono derivare dalla qualità dell'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. TERESI Alfredo - Consigliere

Dott. FRANCO Amedeo - Consigliere

Dott. SENSINI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO LA CORTE D'APPELLO DI TORINO e dalla parte civile GR. An. ;

avverso la sentenza del GIP del Tribunale di Torino in data 19.06.2008 che ha dichiarato, ex articolo 425 c.p.p., non luogo a procedere;

nei confronti di:

SP. Fe. An. , nato a (OMESSO), in ordine al delitto di cui all'articolo 609 bis c.p. e articolo 609 septies c.p., n. 3 per mancanza di querela;

Visti gli atti, la se…

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