Cassazione penale Sez. III sentenza n. 51030 del 9 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:51030PEN

Massima

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La realizzazione e gestione di una discarica non autorizzata, adibita allo stoccaggio di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, integra il reato di cui all'art. 256, comma 3, del D.Lgs. n. 152/2006, anche qualora il soggetto responsabile abbia successivamente ceduto le attrezzature della propria azienda, in quanto permane la riconducibilità della condotta antigiuridica al medesimo soggetto e la natura di rifiuti del materiale abbandonato nell'area, non essendo sufficiente a escludere la responsabilità penale la prospettata destinazione di una parte di essi a un successivo riutilizzo. La causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. non è applicabile qualora la condotta si sia protratta per anni senza l'eliminazione delle conseguenze pregiudizievoli e il danno non possa essere considerato particolarmente lieve, avendo interessato un'area di notevoli dimensioni. L'inammissibilità originaria del ricorso per cassazione impedisce di valutare l'eventuale successiva intervenuta prescrizione del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 6/10/2017 della Corte d'appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso;
udito per il ricorrente l'avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con s…

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