Cassazione penale Sez. V sentenza n. 593 del 9 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:593PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave, pur essendo un reato di pericolo che non richiede la concreta intimidazione della persona offesa, deve essere valutato in concreto in relazione all'idoneità della condotta minatoria ad incutere timore nell'animo della vittima, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi dell'evento intimidatorio. Tuttavia, la valutazione della gravità della minaccia non può prescindere dall'esame delle specifiche circostanze del caso concreto, non potendosi desumere in astratto dalla sola natura della condotta. Inoltre, il giudice, nel riqualificare il fatto in sede di impugnazione, deve verificare la sussistenza di eventuali cause di estinzione del reato, come la prescrizione, che determina l'annullamento della sentenza senza rinvio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo - Presidente

Dott. BRUNO P. - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli del 30/05/2011;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del consigliere dr. Paolo Antonio BRUNO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dr. GAETA Piero, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio in ordine al reato di cui al capo A) perche' il fatto non sussiste;

sentito, altresi…

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