Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19315 del 7 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:19315PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'agente, con atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della vittima, pone in essere una condotta violenta che, pur non determinando l'evento letale, attesta l'esistenza dell'animus necandi, desumibile dal numero, dalla violenza e dalla localizzazione delle ferite inferte, senza che rilevi l'assenza di lesioni mortali o l'interruzione volontaria dell'azione criminosa. L'attenuante della provocazione non può essere riconosciuta sulla base di mere dichiarazioni dell'imputato, in assenza di riscontri oggettivi circa l'esistenza di un fatto ingiusto idoneo a provocare un moto d'ira, mentre le attenuanti generiche possono essere escluse in ragione della gravità dei precedenti penali dell'imputato, che giustificano l'applicazione della recidiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SANDRINI Enrico G. - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/01/2018 della CORTE APPELLO di FIRENZE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIACOMO ROCCHI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. DI NARDO MARILIA, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
E' presente l'avvocato (OMISSIS) del foro di…

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