Cassazione penale Sez. V sentenza n. 51139 del 29 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:51139PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., può sussistere anche in caso di detenzione dell'indagato, purché vi siano elementi gravi, precisi e concordanti che dimostrino il suo effettivo inserimento organico nel sodalizio criminoso e la sua disponibilità a collaborare con esso, come il percepimento di uno "stipendio" periodico erogato dalla consorteria a titolo di retribuzione e garanzia del mantenimento del vincolo associativo. L'individuazione dell'indagato come percettore di tale emolumento, desumibile dalle convergenti dichiarazioni di più collaboratori di giustizia e dal rinvenimento di sue annotazioni nelle liste redatte dai vertici del clan, costituisce grave indizio di colpevolezza, non escluso dallo stato di detenzione, che non determina di per sé la cessazione della partecipazione all'associazione mafiosa, salvo che non vi siano elementi positivi che comprovino il recesso o l'esclusione dell'indagato dal sodalizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1601/2015 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 30/03/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA MICCOLI;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. SCARDACCIONE Eduardo, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 30 marzo 2015 il Tribunale distrettuale di Napoli, sezione riesame, ha confermato l'or…

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