Il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno allo straniero può essere legittimamente disposto dall'autorità amministrativa competente qualora emergano elementi che inducano a ritenere che il richiedente non disponga di mezzi di sostentamento provenienti da fonti lecite, anche in assenza di una specifica valutazione in ordine al pericolo per la sicurezza nazionale. Ciò in quanto, ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno, l'ordinamento giuridico italiano richiede che lo straniero sia in possesso di adeguati mezzi di sussistenza, non derivanti da attività illecite, a prescindere dalla valutazione del pericolo per la sicurezza pubblica. La mancata dimostrazione, da parte del richiedente, di disporre di redditi provenienti da fonti lecite, anche successivamente alla presentazione della domanda di rinnovo, legittima pertanto l'amministrazione a negare il rinnovo del permesso di soggiorno, senza che sia necessario procedere ad un'ulteriore valutazione in merito alla pericolosità sociale dello straniero. Inoltre, l'eventuale sopravvenienza di un periodo di occupazione lavorativa successivo alla presentazione della domanda di rinnovo non comporta l'obbligo per l'amministrazione di rilasciare un nuovo permesso di soggiorno, potendo al più dar luogo al rilascio di un permesso per attesa occupazione, ma non al rinnovo del precedente titolo. La valutazione complessiva della situazione personale e sociale dello straniero, pur rilevante ai fini dell'inserimento sociale, non può prevalere sull'accertamento dell'assenza di mezzi di sostentamento provenienti da fonti lecite, che costituisce requisito essenziale per il rinnovo del permesso di soggiorno.