Il rilascio del certificato di agibilità, ai sensi dell'art. 24 del Testo Unico dell'Edilizia, attesta esclusivamente la conformità dell'immobile alle norme tecniche vigenti in materia di sicurezza, salubrità, igiene e risparmio energetico, senza alcun riferimento alla legittimità urbanistico-edilizia dello stesso, la quale è oggetto della specifica funzione del titolo edilizio. Pertanto, l'impugnazione del certificato di agibilità non può essere utilizzata per contestare la legittimità delle concessioni edilizie e delle autorizzazioni in variante, ormai divenute definitive per il decorso del termine di decadenza, al fine di tutelare la propria posizione di mercato ed evitare l'esercizio di un'attività concorrenziale da parte di un terzo in un immobile limitrofo. L'azione di annullamento del certificato di agibilità è, dunque, inammissibile, in quanto non è stata prospettata alcuna causa di illegittimità propria di tale provvedimento, e la connessa domanda risarcitoria deve essere conseguentemente respinta per difetto di legittimazione ad agire.