Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condotta di resistenza a pubblico ufficiale posta in essere da un gruppo di manifestanti nei confronti di una pluralità di agenti di polizia impegnati negli scontri deve essere valutata unitariamente, in quanto espressione di un'azione collettiva e concorde, ancorché ciascun manifestante abbia posto in essere specifici atti di resistenza nei confronti di singoli operatori. Pertanto, il concorso di persone nel reato di resistenza a pubblico ufficiale sussiste anche qualora non sia possibile individuare con precisione le condotte aggressive di ciascun partecipante nei confronti dei singoli agenti, essendo sufficiente la dimostrazione della partecipazione attiva del soggetto agli scontri, desumibile da elementi probatori come la corrispondenza di abbigliamento e caratteristiche fisiche con immagini che lo ritraggono nell'atto di compiere atti di resistenza. L'aggravante del numero delle persone riunite e dell'impiego di armi è configurabile in relazione all'azione collettiva, senza necessità di accertare la specifica condotta di ciascun partecipante.