Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23916 del 12 agosto 2020

ECLI:IT:CASS:2020:23916PEN

Massima

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Il reato di truffa aggravata si configura quando l'agente, approfittando del rapporto di fiducia con la persona offesa, fornisce una falsa rappresentazione della realtà al fine di determinare atti di disposizione patrimoniale privi di causa negoziale. La mera indicazione di una causale veritiera sui bonifici non esclude la sussistenza del reato, essendo necessario valutare l'intero compendio probatorio, anche di natura documentale e dichiarativa, per accertare l'effettiva finalità perseguita dall'agente e l'assenza di una giustificazione causale per i pagamenti ricevuti. Il giudice di merito, attraverso un'analisi logica e completa delle prove acquisite, può legittimamente ritenere integrati gli elementi costitutivi del reato di truffa, senza che ciò integri un vizio di motivazione censurabile in sede di legittimità, essendo precluso al giudice di cassazione un riesame del merito della vicenda.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. COSCIONI Giuseppe - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
- (OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 21/05/2019 dalla Corte di Appello di Palermo;
PARTE CIVILE: (OMISSIS), (OMISSIS);
visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
FATTO E DIRITTO
1. Con sentenza del 21/05/201…

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