Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La riserva relativa a sospensioni dei lavori di appalto, per essere tempestivamente formulata, deve essere iscritta nel verbale di sospensione dei lavori e non in quello di ripresa, a pena di decadenza, ai sensi dell'art. 16 del R.D. n. 350 del 1895, salvo che la sospensione non sia stata ab origine illegittima e la sua immediata potenzialità dannosa fosse percepibile dall'appaltatore. Tuttavia, qualora la legittimità della sospensione sia stata oggetto di accertamento giudiziale passato in giudicato, non è più possibile rimettere in discussione tale questione nell'ambito della valutazione della tempestività della riserva. Pertanto, l'appaltatore decade dal diritto di far valere le proprie richieste relative alla sospensione dei lavori qualora non abbia iscritto la relativa riserva nel verbale di sospensione, salvo il caso in cui la sospensione sia stata ab origine illegittima e la sua immediata potenzialità dannosa fosse percepibile, fermo restando che, ove la legittimità della sospensione sia stata accertata in via definitiva, tale questione non può essere rimessa in discussione ai fini della valutazione della tempestività della riserva.