Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20086 del 14 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:20086PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza dell'aggravante della minaccia grave di cui all'art. 612 c.p., deve considerare la ripetitività e la gravità delle minacce di morte rivolte alla vittima, anche in assenza di un pericolo concreto e attuale per la sua incolumità, in quanto la norma mira a tutelare la serenità e la tranquillità della persona offesa, a prescindere dall'effettiva realizzazione dell'evento minacciato. Tuttavia, nel determinare la pena, il giudice deve bilanciare l'aggravante con le eventuali attenuanti generiche, valutando complessivamente la gravità del fatto e la personalità dell'imputato, al fine di individuare la sanzione più equa ed efficace per prevenire la recidiva e tutelare adeguatamente la vittima. Inoltre, il giudice deve prestare particolare attenzione alla corretta qualificazione giuridica del reato e all'applicazione della pena edittale prevista dalla legge, evitando errori che possano inficiare la legittimità della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1474/2013 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 05/11/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/02/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIERO SAVANI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per L'annullamento senza rinvio.

FATTO E DIRITTO

Con la sentenza in epigrafe la Corte d'appello di Brescia, riqualific…

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