Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24957 del 6 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:24957PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così espresso: Il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione delle risultanze probatorie a quella compiuta dai giudici di merito, quando la motivazione della sentenza impugnata risulti logica e coerente con gli elementi di fatto acquisiti, senza che vi siano evidenti travisamenti o manifeste illogicità. Il sindacato di legittimità è infatti limitato al controllo della correttezza giuridica e della logicità della motivazione, senza poter riesaminare nel merito gli elementi di prova, la cui valutazione è riservata ai giudici di fatto. Pertanto, il ricorso per cassazione che si limiti a contestare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, senza denunciare specifici vizi della motivazione, è inammissibile, in quanto tende a sottrarre all'apprezzamento del giudice di legittimità questioni riservate alla sua esclusiva competenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1435/2006 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 25/02/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/05/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENZO IANNELLI;

Letti gli atti, la sentenza impugnata, il ricorso;

Udita la relazione del cons. Dott. ((omissis));

Udita la richiesta a del S. Procuratore Generale, Dott. Baglione Tindari, per l'inammissibilita' del ric…

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