Cassazione penale Sez. I sentenza n. 8828 del 23 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:8828PEN

Massima

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Il riconoscimento della continuazione tra reati, anche quando uno di essi sia di natura associativa, richiede la verifica della sussistenza di un unitario disegno criminoso, da intendersi come rappresentazione unitaria da parte del soggetto agente delle diverse condotte violatrici, almeno nelle loro linee essenziali, sin dal momento ideativo delle stesse. Pertanto, ai fini del riconoscimento della continuazione, non è sufficiente la mera strumentalità dei reati fine rispetto alle finalità del sodalizio criminoso, ma è necessario che tali reati siano stati programmati, almeno nelle loro linee essenziali, al momento dell'adesione del soggetto all'associazione. La natura permanente del reato associativo non implica che la verifica dell'unicità del disegno criminoso debba essere effettuata in relazione al momento di commissione di ciascun reato fine, essendo invece necessario accertare tale unitarietà sin dal momento iniziale dell'adesione del soggetto al sodalizio. Inoltre, la circostanza che i reati siano stati oggetto di separati procedimenti non è di per sé ostativa al riconoscimento della continuazione, trattandosi di un dato neutro che non incide sulla valutazione della sussistenza dei requisiti richiesti per l'applicazione dell'istituto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROCCHI Giacomo - Presidente

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. BARONE Luigi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/02/2017 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. LUIGI BARONE;
lette le conclusioni del PG, nella persona del sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)) che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 23.2.2017 (dep. il 28.4.2017) la Corte di appello di Napoli, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava la richiesta avanzata nell'interesse di (OMISSIS) di …

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