Cassazione penale Sez. II ordinanza n. 36592 del 24 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:36592PEN

Massima

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Il reato continuato costituisce un'unità fittizia di più violazioni della legge penale, ciascuna delle quali conserva la propria autonomia giuridica. Pertanto, ai fini della concessione delle circostanze attenuanti di cui agli artt. 62, nn. 4 e 6, c.p., il giudice deve valutare la sussistenza dei relativi presupposti con riferimento a ciascuno dei reati unificati dal vincolo della continuazione, senza poter operare una valutazione unitaria dell'intero complesso criminoso. Diversamente, l'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 61, n. 7, c.p. deve essere effettuata con riguardo al danno patrimoniale complessivamente cagionato dalla somma delle violazioni, in applicazione del principio di unitarietà proprio del reato continuato. Tale contrasto giurisprudenziale, non circoscritto alla fattispecie in esame ma esteso ad altri istituti, richiede un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, al fine di assicurare l'uniforme interpretazione ed applicazione della legge penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. MORELLI Francesco - Presidente

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - rel. Consigliere

Dott. AMBROSIO Annamaria - Consigliere

Dott. MELIADO' Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

CH. Si., n. a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Torino, in data 2 novembre 2007, di parziale riforma della sentenza del G.I.P. del Tribunale di Torino, in data 18 maggio 2007;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione svolta dal Consigliere Dott. FIANDANESE Franco;

Udito il pubblico ministero in persona del sostitut…

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